Ormai da qualche tempo è diventata consuetudine decidere di tenere nel proprio ambiente domestico un piccolo coniglio da compagnia, in aggiunta o in sostituzione dei tradizionali pets (cani e gatti). In effetti è sufficiente entrare in un negozio che vende piccoli animali per vedere come questi piccoli animali la fanno da padrone.
A differenza di cane e gatto, entrambi carnivori, ormai molto ben conosciuti, per quanto riguarda il coniglio c’è bisogno di tenere in considerazione alcuni basilari concetti e sfatare alcuni miti, molto spesso consolidati nell’opinione comune.
Innanzitutto ritengo sia indispensabile sapere che il coniglio è un animale mammifero (cioè allatta i propri cuccioli nel primo mese di vita), che in natura si ciba esclusivamente di essenze foraggere (erba) e che è un animale preda, ossia è cibo per i più comuni carnivori selvatici. Questa triade basilare ci porta a fare delle considerazioni importanti: la prima è che è bene acquistare questi animali solo dopo che sono completamente in grado di assumere cibo solido e il proprio ciecotrofo (ossia il materiale intestinale di provenienza dall’intestino cieco non ancora digerito) e questo avviene intorno al mese di vita. Siccome la coniglia madre si occupa della propria prole solo per pochi momenti della giornata e le poppate sono molto veloci e rapide, è bene non confondere questo atteggiamento come una sorta di avvenuto svezzamento.Seconda cosa da tenere bene in mente è che una volta svezzati e portati a casa propria, i conigli devono poter avere a disposizione del cibo che sia composto da vegetali sia freschi che affienati. I motivi di questo risiedono prevalentemente nel fatto sia che il tubo digerente del coniglio è fatto per fermentare questi alimenti e riassumerli per esserli digeriti una volta emessi dall’ano, sia perché i denti del coniglio sono a crescita continua e perciò la masticazione e triturazione di fibre vegetali da parte del coniglio deve occupare una buona parte della giornata. Se questo non avvenisse, osserveremo delle gravi carenze o forme di malfunzionamento intestinale e delle crescite errate ed abnormi dei denti. Per questo motivo,alimentare conigli solo con mangime industriale è un grosso errore; questo alimento non deve superare il 10% della quantità di cibo somministrata giornalmente.
Il terzo elemento da considerare è che essendo questo animale un animale preda ogni forma di stress e di minaccia è in grado di produrre una reazione di panico e di fuga. Il coniglio è dotato di forti zampe posteriori propulsive, di ossa molto leggere e di una buona dose di adrenalina che lo rendono veloce e reattivo alle possibili minacce. Questo significa che questo animale ha bisogno di uno spazio dove potersi riparare (in natura sarebbe una tana) e bisogna fare molta attenzione alla sua manipolazione, perché è facilissimo che le sue leggere ossa possano spezzarsi durante un attacco di panico e di fuga. Questo non significa che non è possibile coccolarlo, ma bisogna fare attenzione a come si afferra e al fatto che è meglio approcciarlo da terra piuttosto che alzarlo o farlo stare su tavoli o divani.
Concludo infine sfatando il mito che l’animale non abbia bisogno di vaccinazioni o cure veterinarie: il coniglio è affetto da almeno due temibili malattie infettive mortali contro le quali è possibile eseguire una profilassi vaccinale intorno al 50° giorno di vita (malattia emorragica virale e mixomatosi), da problemi parassitari e tanti altri problemi che sono facilmente prevedibili e curabili se viene portato con regolarità (almeno 2 volte l’anno) da un veterinario che abbia le competenze necessarie per prendersene cura.