Molte volte anche i nostri piccoli amici richiedono delle pratiche mediche che sono difficilmente realizzabili senza una pratica che viene chiamata anestesia. I nostri animali infatti, nello stesso modo in cui avviene per noi, hanno una percezione del dolore più o meno proporzionale allo stimolo doloroso a cui sono sottoposti e a cui si associa anche un senso di paura che molto spesso si può tramutare in vero e pero proprio panico, con relativa aggressione o fuga incontrollata. Per questo motivo ogni intervento veterinario che comporti una stimolazione significativa di recettori del dolore o anche solo la necessità di avere un soggetto immobile e rilassato ha bisogno di ricorrere a dei farmaci in grado di farci raggiungere questa situazione desiderata. Questi farmaci, opportunamente usati, permettono perciò di avere un animale in anestesia generale, ossia senza dolore, senza stato di coscienza, senza tono muscolare, senza una memoria di quanto sta avvenendo e in uno stato di immobilità completa. Come per ogni pratica medica e a maggior ragione in questi casi, vanno sempre ponderati i benefici che questa condizione può apportare, rispetto ai rischi a cui lo si sottopone. Scrivo questo perché molto spesso ci capita di indicare l’esigenza di una anestesia generale e percepiamo da parte del proprietario una sensazione di paura e di disagio, nonostante in molte occasioni sia una condizione imprescindibile per permettere la risoluzione del problema che abbiamo di fronte. In alcune occasioni è magari sufficiente solo uno stato di sedazione che, nonostante appaia molto più sicura e meno pesante, a tutti gli effetti non è scevra da rischi simili a quelli di una anestesia completa fatta con scienza e coscienza.
I rischi di cui stiamo parlando ovviamente si riferiscono alle differenti funzionalità sulle quali i farmaci (o i gas) che somministriamo vanno ad agire mentre realizzano il loro scopo, e per la precisione: sul cuore, sul respiro e sulla funzionalità renale. I farmaci anestetici infatti nella loro funzione depressante il sistema nervoso e i recettori dolorifici, agiscono anche depressando la funzionalità circolatoria, quella respiratoria e la perfusione renale, determinando perciò delle potenziali difficoltà di mantenimento della cosiddetta omeostasi, ossia del normale svolgimento delle funzioni vitali. Ed è per questo motivo che la pratica della anestesia, ma anche della sedazione, non deve mai essere realizzata superficialmente o fuori da un ambiente medico attrezzato, ma va condotta in una struttura che abbia la capacità di avere chiara la situazione generale della salute dell’animale con una visita pre-anestesiologica approfondita, una visione chiara dello stato biochimico ed ematologico del paziente per verificare che non esistano deficit o processi patologici in atto e, non da ultimo, che sia in grado di monitorare in tutti i momenti della anestesia, le funzioni organiche che sono coinvolte. Per questo ultimo monitoraggio riteniamo necessario che durante un intervento chirurgico o anche una anestesia per indagini diagnostiche (radiografie, biopsie, aghi aspirati ecoguidati, ecc.) la struttura medica che pratica l’anestesia sia attrezzata con un circuito anestesiologico in grado di somministrare gas respiratori attraverso un tubo posizionato nella trachea dell’animale, di sostenere la circolazione sanguigna attraverso una fleboclisi continua con soluzioni adeguate, di avere un apparecchio per la valutazione della funzionalità cardiaca (elettrocardiogramma), di tenere sotto controllo la pressione arteriosa (mediante un apposito apparecchio), di avere informazioni sullo scambio alveolare dei gas (capnometria e pulsossimetria), e di tenere sotto controllo il valore dei gas anestetici usati (spirometria). In assenza di tutto questo non può essere garantita la sicurezza e la possibilità di interventi urgenti di riequilibrio di eventuali scompensi o, nel peggiore dei casi, di una adeguata rianimazione. La rianimazione infatti richiede esperienza e la conoscenza di adeguati protocolli, sia medici che di ventilazione assistita, per permettere all’animale in stato critico di poter superare la situazione in atto. Per tutti questi motivi la nostra struttura ha investito risorse e tempo per la formazione del proprio staff medico veterinario e per attrezzarsi di tutti quegli strumenti di monitoraggio e di quei farmaci in grado di garantire una adeguata assenza di dolore e la maggiore sicurezza e qualità delle anestesie eseguite. Nonostante tutto questo, bisogna sempre tenere fermo il fatto che nessuna anestesia ha un grado di rischio pari a zero. E’ per questo ultimo motivo infatti, che nessuna pratica di anestesia viene eseguita nella nostra struttura senza aver prima informato il cliente del reale rischio del suo animale attraverso un documento scritto che prende il nome di consenso informato. L’invito perciò che facciamo a tutti i proprietari di animali è quello di non valutare un tipo di servizio veterinario solo dall’importo economico più o meno vantaggioso, ma anche quello di informarsi sempre su come la struttura o il medico veterinario a cui affidate il vostro animale sia in grado di garantire una adeguata sicurezza nella anestesia a cui dovrebbe essere sottoposto.
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Un interessante opuscolo del Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3020_allegato.pdf http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3020_allegato.pdf