Categories: Prevenzione

Conigli e microchip

Molte volte abbiamo sentito parlare di applicazione di microchip, ma tutti sanno che in Italia è obbligatorio solamente per la razza canina, mentre per gatti e furetti lo diventa solamente in caso di espatrio e quindi per la richiesta del cosiddetto Passaporto Europeo.

Se questo è vero per i nostri amici PET che hanno esclusiva natura di animali da affezione, immaginiamoci in quale ambito normativo entriamo se consideriamo un animale -il coniglio- che per la legge italiana può essere consumato come carne e quindi considerato DPA (animale produttore di alimenti).

Solo negli ultimi anni gli organi veterinari pubblici hanno cominciato a “considerare” certe razze di conigli, (sopratutto nani) come “pet” e quindi non DPA, in seguito al fatto che molte famiglie hanno cominciato ad ospitare tali animaletti nelle loro abitazioni.

Come possiamo perciò immaginare, fino ad ora, per i nostri amici conigli da compagnia la legge italiana non prevede nessuna norma inerente la obbligatorietà di identificazione dell’animale, l’applicazione di tale dispositivo e la registrazione presso una anagrafe nazionale.

Alla luce di questo, visto il crescente e significativo aumento dei numeri di famiglie che detengono conigli come animai da compagnia oltre alla ormai consolidata sensibilità dei veterinari verso la medicina di questa specie animale, le principali associazioni che si occupano della salute di questi nostri piccoli amici, di comune accordo con le associazioni di categoria veterinarie, hanno dato avvio ad una esperienza di anagrafe nazionale dei conigli da compagnia.

L’iscrizione a questa anagrafe avviene, come per tutte le altre, attraverso l’applicazione nel sottocute di un dispositivo di riconoscimento, il microchip, stando attenti ad usare dei dispositivi idonei per la tipologia e le ridotte dimensioni dei nostri piccoli amici: questa operazione deve essere effettuata da un medico veterinario.

I vantaggi dell’applicazione del microchip e dell’iscrizione all’anagrafe dei conigli sono diversi: fra questi sicuramente il più consistente, a mio avviso, è quello di sancire in maniera inequivocabile la finalità di PET (o non DPA) e quindi di poter dare facoltà al veterinario di utilizzo di tutte quelle terapie e pratiche medico veterinarie necessarie al mantenimento della salute del nostro coniglietto.

Tutto ciò senza dimenticare il vantaggio di poter ritrovare il nostro amico in caso di smarrimento e di prevenire in maniera decisa ed efficace l’abbandono di altri conigli da compagnia nel nostro territorio.

Se tale pratica avesse la opportunità di diffondersi verso tutti i proprietari di conigli da compagnia, avremmo sicuramente la forza ed i numeri per censire la reale dimensione di questa popolazione e poter avanzare richieste al legislatore affinché venga sanato quel vuoto normativo che li accomuna ancora agli animali produttori di carne.

Per chi fosse interessato è disponibile un sito in rete www.anagrafeconigli.it o chiamando il proprio veterinario di fiducia sarà possibile chiarire tutti i dubbi e le curiosità rispetto a questa iniziativa.

ambulatorio veterinario albino

Laureato presso Università Statale di Milano nel 1992 Iscritto all'Ordine dei veterinari di Bergamo al numero 380 Borsa di studio Comett presso "Bayer Institute for veterinary Biology" (Germania) nel 1993 Borsa di studio "Scuola per la ricerca scientifica" presso Istituto Zooprofilattico di Brescia nel 1994 Specializzato in Sanità Animale presso Università Statale di Milano Evidence-Based Practice Core-Curriculum Aree di interesse: medicina interna, cardiologia, citologia.

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